mercoledì 14 maggio 2014

I vampiri, quelli veri


Si aggirano con fare circospetto nella notte. Sono creature senza alcuna morale. Succhiano il sangue degli innocenti. Sono immortali.
Quindi sono KA$TA!!!!

Misteri! Paranormale! Alieni! Complotti!
Se anche voi siete affascinati da tali argomenti e volete sapere quali di questi abbiano in realtà una spiegazione perfettamente scientifica e razionale (spoiler: praticamente tutti), allora siete nel posto giusto!


La Piramide arriva al traguardo delle venti puntate!!!!! Sembra incredibile, ma è proprio così: fiumi e fiumi di pixel sono stati versati su queste pagine elettroniche per trattare dei più svariati argomenti, dai fantasmi agli alieni a tutto il resto, ma sempre ignorando bellamente uno dei mysteri più classici e affascinanti: i vampiri! Quindi, eccoci qua!
Faccio subito una doverosa premessa: in questo articolo non troverete frizzi, lazzi e battute al fulmicotone su vampiri romantici che brillano al sole e e bevono solo sangue animale.
I motivi sono sostanzialmente due: il primo è che già tutta internet è piena di umoristiche gag che parlano di questo; il secondo è che non ne so veramente una mazza. Non ho mai visto i film, non ho mai letto i romanzi e la mia vita è totalmente e felicemente Twilight free.

Parliamo quindi dei vampiri veri, quelli che ci fanno paura fin da bambini. Quelli che hanno popolato i nostri incubi. Quelli che ci hanno terrorizzato percorrendo una strada buia di notte. Quelli come LUI!

Se qualcuno non lo conosce, vuol dire che ci leggono anche i  giovani.

In letteratura, questi spaventosi figuri fanno la loro comparsa ufficiale nel 1819,  con la novella The Vampyre e si caratterizzano ulteriormente nel 1847 col romanzo Varney the Vampire, che nessun critico ritiene un capolavoro, ma contiene parecchi elementi che faranno successo in questo campo. Per esempio, il fatto che il vampiro abbia canini aguzzi e morda le sue vittime sul collo.
Inutile dirlo, il caposaldo successivo è Dracula, che è del 1897 (quindi è tutt'altro che il primo romanzo sul genere, come potrete rimarcare quando vorrete fare sfoggio di inutile nozionismo per tirarvela), a cui sono stati dedicati film, serie tv, opere teatrali, saggi e anche qualche gioco, fra cui il suggestivo La furia di Dracula, di Stephen Hand e Kevin Wilson.
Le tre opere sono accomunate dal fatto di descrivere già il vampiro come aristocratico, pallido, raffinato e affascinante, con una spiccata predilezione per vittime di sesso femminile. Tutte queste connotazioni ci suonano molto familiari, al giorno d'oggi, ma non erano per nulla scontate all'epoca, anzi! Il tema vampirico era già ben noto, visto che la tradizione e il folklore popolare risalgono all'anno 1000, mentre le prime cronache ufficiali e documentate appaiono intorno al XV-XVI secolo. Qui però si parla di tutt'altro: i vampiri sono quasi sempre contadini o comunque persone di basso ceto sociale, che tornano dalla tomba e visitano alcuni villici che dopo alcuni giorni, o alcune ore, muoiono soffocate, a volte con segni rossi che ricordano uno strangolamento, ma mai per via di un morso.

Un caso emblematico è quello di Jure Grando, un contadino istriano che nel 1672 pare si aggirasse per il paese di Krinck, bussando alle porte della gente (che moriva soffocata il giorno dopo), nonostante fosse morto da sedici anni. Riesumato, il suo corpo appariva intatto, sano e sorridente, con pelle rosacea e la bocca ancora piena di sangue succhiato alle sue vittime. Fra i tanti casi dell'epoca, citiamo questo perché è il primo in cui si racconta che, quando i suoi spaventati concittadini gli staccarono la testa di netto, il morto lanciò un grido e si contorse nella bara, inondandola di sangue. Questa vicenda, che senz'altro contiene già molti elementi che diventeranno classici nel mito dei secoli successivi, è narrata nel libro La Gloria del Ducato di Carniola di Janez Valvasor, che di per sé, sembrerebbe una fonte autorevole. Brrr.
Altro caso celebre e storicamente documentato  è quello della città di Medwegya, colpita prima dal ritorno in vita del soldato Arnold Paole nel 1726, che avrebbe causato la morte di quattro persone prima di essere riesumato, palettato e bruciato, e poi dall'epidemia di vampirismo del 1731, a seguito della quale, su segnalazione del medico del paese, fu mandato il chirurgo Fluckinger, che non assistette di persona a fenomeni di vampirismo, ma constatò con i suoi occhi che dei dodici corpi sospetti riesumati (tutti morti da poco), ben nove erano intatti.  Brrr.
Un caso ancora più antico fu quello del calzolaio della Slesia, raccontato dal filosofo Henry More nel 1653, nel suo Antidoto contro l'ateismo. More ci spiega che il suo cadavere fu ritrovato incorrotto: aveva gli arti ancora mobili (e non rigidi come vorrebbe il rigor mortis, con grande stupore del cronista), era gonfio come se si fosse nutrito del sangue o dell'energia vitale delle sue vittime e la pelle dei piedi si era sfaldata, lasciando il posto alla crescita di un'altra, come se stesse facendo una muta, forse per ringiovanire.
Se volete una spiegazione paranormale, potete andare su questo forum, che è l'unico che ne parla (date un'occhiata anche all'episodio sottostante, perché ci torneremo), sostenendo che si trattasse ovviamente di un Revenant.

Se invece volete una spiegazione più semplice, beh... Basta qualche nozione di medicina legale o di tanatologia che ai tempi More non poteva avere (ma quelli del forum sì):
leggendo le cronache, infatti, ci rendiamo conto che sia il cadavere del calzolaio, sia quello di Jure Grando, sia molti altri analizzati dai medici dell'epoca, presentavano dei veri e propri segni di decomposizione, che semplicemente all'epoca non vennero riconosciuti. Per esempio, il fatto che il rigor mortis sia assente non è affatto miracoloso, ma normalissimo, visto che dura in genere solo 36-48 ore, dopodiché, con la putrefazione, i muscoli iniziano a sciogliersi e rilassarsi. A volte, ciò può provocare movimenti degli arti e l'assunzione di pose innaturali, che ovviamente all'epoca venivano viste come diaboliche (e credo che molte persone le considererebbero così anche oggi). Il fatto che sembri nascere una seconda pelle è invece dovuto al disfacimento del primo strato, che mette in evidenza quello sottostante, mentre il gonfiore è dovuto ai gas putrefattivi, che possono anche spingere i liquami fino in bocca, dando l'impressione che sia piena di sangue. Sì, lo so, fa schifo ma è così. D'altronde lo sappiamo tutti che morire non sia esattamente una figata, no?
Comunque se volete leggervi un po' di dettagli, potete trovarli qui. Se invece siete pigri, potete dare almeno un'occhiata alla pagina su Wikipedia.

Il fatto è che la popolazione medievale (medici compresi) veniva in contatto coi cadaveri solo nelle prime ore dopo la morte (quando quindi il rigor mortis era in atto), oppure dopo decenni, quando i corpi venivano dissotterrati ed erano ormai diventati scheletri. In occasione di epidemie o episodi strani, i corpi venivano riesumati dopo pochi mesi e si presentavano quindi in uno stato oggettivamente mostruoso che oggi è noto, ma allora era del tutto sconosciuto. Ovviamente, ciò provocò la nascita di miti e leggende, rinforzate dal fatto che spesso le prime vittime del vampiro erano i suoi stessi parenti. Ma pensiamoci bene: se il defunto era morto durante un'epidemia, è ovvio che i suoi cari fossero i più esposti al contagio, no?
Un caso particolare, in questo senso, è quello del Nachzehrer, che nelle tradizioni dell'est provocherebbe magicamente la peste masticando senza sosta il proprio sudario e sarebbe neutralizzabile solo tramite alcuni riti, fra cui quello di mettergli in bocca qualcosa di non masticabile, come un sasso. In realtà anche qui l'occhio di un uomo moderno può aiutarci a capire l'origine della leggenda: in caso di epidemie, succedeva spesso che i morti fossero seppelliti in tutta fretta, senza bara, semplicemente avvolti in un sudario. Al termine della fase di rigor mortis, tale sudario facilmente poteva infilarsi in bocca, per via del rilassamento delle labbra, e qui verosimilmente veniva aggredito dalla fauna batterica, particolarmente abbondante nel cavo orale. Agli occhi di un riesumatore, quindi, il telo si doveva presentare consumato solo lì, portandolo a pensare che fosse stato masticato dal morto. Riguardo a questo particolare tipo di non morto, abbiamo fra l'altro un reperto eccezionale: la vampira di Venezia, che dimostra ulteriormente come i vampiri veri non fossero solo maschi nobili e affascinanti, ma anche umili popolane anziane ingiustamente accusate dopo la morte.

Proseguiamo con altre considerazioni più veloci: abbiamo citato sopra che nella tradizione medievale le vittime morivano per strangolamento, poche ore dopo la visita del vampiro, come narrato anche nel secondo episodio riportato nella pagina del forum linkato più in alto. Ebbene, ciò è perfettamente compatibile con la peste polmonare o con la tubercolosi. A volte sono presenti segni rossi, che ricordano uno strangolamento, ma che possono anche essere causati dalla peste setticemica.
Insomma, pensate un po'.... Segni compatibili con malattie documentate sono presenti nella tradizione dal '500. Segni di morsi, compatibili con la tradizione letteraria, non sono presenti mai.
Strano, eh?

Sempre a tema malattie, segnalo anche la porfiria, che ha sintomi come pallore, sensibilità acuta alla luce solare, denti esposti  e altri che probabilmente non sono la prima causa delle leggende vampiresche, ma è lecito pensare che abbiano contribuito a rinforzarle.

Concludiamo con un paio di ultime informazioni.

La prima è che, secondo alcuni, le leggende a tema vampiresco nascerebbero dal fatto che in tempi di peste venissero seppellite come morte anche persone ancora vive, quindi poi ritrovate in posizioni diverse, o con volti terrorizzati. Beh, ciò è del tutto impossibile in caso di seppellimento diretto nella terra (il cui peso impedirebbe la respirazione, uccidendo all'istante il malcapitato) e altamente improbabile anche in caso di sepoltura in bara, perché la ridotta quantità di aria lo farebbe probabilmente passare dal coma alla morte molto rapidamente. La spiegazione per i morti trovati posizioni diverse è verosimilmente quella spiegata sopra.

La seconda informazione è che... In realtà alcuni vampiri esistono davvero!
Per esempio questo adorabile frugoletto




Che teneri!!!

La furia di Dracula è un gioco che vede un giocatore, nei panni del celebre vampiro, opposto a tutti gli altri, che impersonano i personaggi del romanzo. Dracula si muove giocando delle carte coperte, in modo che gli altri giocatori non sappiano dove sia, disseminando in giro per l'Europa tracce o scagnozzi che gli avversari dovranno affrontare. Quando i buoni lo raggiungono, avviene un combattimento in cui di norma il vampiro vince e fugge, ma si indebolisce un po', in modo che gli altri possano cercare di sconfiggerlo in seguito. Ci sono turni di giorno e di notte in cui il vampiro è rispettivamente più debole o più forte.

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