venerdì 17 gennaio 2014

La sfiga ci vede davvero benissimo?


È venerdì 17! Sapete come fare a salvarvi dalla sfortuna che si abbatterà su di voi? Noi sì!
E se fate i bravi ve lo spieghiamo.

Misteri! Paranormale! Alieni! Complotti!
Se anche voi siete affascinati da tali argomenti e volete sapere quali di questi abbiano in realtà una spiegazione perfettamente scientifica e razionale (spoiler: praticamente tutti), allora siete nel posto giusto!


EEEEDIZIONE STRAORDINARIAAAAAA!!!!!!!! Come tutti ormai sanno, la nostra rubrica esce ogni due martedì (perché? Mistero!), ma non potevamo certo lasciarci sfuggire l'occasione di pubblicare un articolo di venerdì 17, no?
E allora partiamo a spron battuto e occupiamoci della vera grande forza che fa muovere l'Italia: la botta di cu... il colpo di fortuna!

Non sarò certo io a dire che la fortuna non esista: è chiaro che vincere 5 milioni di euro alla lotteria è un evento concreto e verificabile, che non dipende dalla nostra abilità, ma può cambiare la nostra vita in meglio. Nessuno lo nega, ma non c'è proprio niente di strano e misterioso in questo: in ogni lotteria c'è sempre un vincitore! Nulla di cui stupirsi, insomma.

Quello che però vorrei capire è se la fortuna possa essere in qualche modo domata: esistono persone sempre fortunate o sempre sfortunate? Esistono gli iettatori? I talismani portafortuna e i rituali propiziatori funzionano? Sono convinto che sotto sotto la risposta la sappiate già, ma procediamo con ordine e partiamo dalla più classica delle domande che tutti, prima o poi, si sono posti:

"Ma perché la sfiga se la prende sempre con me?"

Beh, a volte è una semplice questione matematica: per esempio se siamo in fila alla posta e confrontiamo la nostra velocità con quella della fila di fianco, è matematicamente più probabile che la nostra sia più lenta! Lo so che sembra assurdo, ma basta pensarci un attimo. Poniamo il caso che, in totale, nelle due file ci siano 20 persone: 12 in una fila e 8 nell'altra. È chiaro a tutti che quella da 8 sarà probabilmente la più veloce, no? Bene, se voi siete una delle 20 persone presenti nella stanza, avete 12 possibilità su 20 di essere nella fila lenta e 8 possibilità di essere in quella veloce! In pratica, avete matematicamente il 60% di possibilità di essere in quella peggiore. Certo, quando ne scegliete una, avete il 50% di possibilità di capitare quella giusta, ma di fatto, intervistando gli interessati all'uscita, avremo probabilmente più persone scontente rispetto a quelle contente. Inoltre, se aumentiamo il numero di file, per esempio spostandoci in un supermercato che ha 10 casse aperte, è vero che le cose cambiano, perché avremo solo una possibilità su 10 di essere in quella più lenta, ma avremo anche una possibilità su 10 di essere in quella più veloce, ed è a questo che faremo caso! La nostra attenzione sarà irrimediabilmente attratta dalla coda che si muove più in fretta della nostra e ignoreremo inconsciamente tutti quelle più lente di noi. È un particolare aspetto del fenomeno che si chiama ATTENZIONE SELETTIVA, che sta alla base di questa e molte altre percezioni.

Facciamo un altro esempio: quante volte vi è capitato di trovare il signore anziano col cappello che guida la 127 bianca a 40 km/h davanti a voi PROPRIO il giorno in cui siete in ritardo per un impegno importante? A me tantissime, lo dico sinceramente. Ma il fatto è che in giro per le strade c'è sempre qualcuno che va piano. Inoltre, spesso gli impegni si prendono a orari comuni: una cena, un aperitivo o un pranzo coincideranno probabilmente con il momento in cui stanno andando a cena, all'aperitivo o a pranzo un sacco di altre persone. È del tutto normale che ci possa essere qualcuno che ci rallenta, davanti, ma noi tenderemo a ricordarcelo nel momento in cui saremo in ritardo, mentre non ci faremo troppo caso mentre stiamo guidando senza urgenza cantando a squarciagola le canzoni del cd masterizzato di Checco Zalone. Più è importante il motivo per cui stiamo viaggiando e più è risicato il tempo a nostra disposizione, più la nostra soglia di sopportazione di qualsiasi intoppo, anche piccolo, diventerà bassa.

È lo stesso meccanismo che fa sì che, se esce uno scandalo sportivo (o politico: tanto sempre di tifo si tratta) che mette in luce un comportamento scorretto, noteremo che tutte le squadre ne sono coinvolte tranne la nostra!  Fortuna? No, beh, in quel caso no... In quel caso è perché siamo più bravi degli altri a distinguere le uniche persone oneste che meritano il nostro supporto, naturalmente...

Ma quindi, è davvero tutto qui? Il fatto di sentirsi fortunati o sfortunati è solo percezione ed è impossibile fare qualcosa per attirare a sé la buona sorte?
Beh, sì e no: sì, il considerarsi fortunati oppure sfortunati sta essenzialmente qui . Il fatto che vi siano capitate quattro/cinque/dieci sfighe di fila non è significativo: il caso non ha memoria e il numero è troppo basso per farne una statistica (inoltre magari non erano vere sfighe, come vedremo a fine articolo). E sì, è impossibile attirare a sé la possibilità di vincere al superenalotto o alla lotteria, però qualcosa per migliorare il nostro rapporto con la buona sorte si può fare, come ci insegna il prof. Richard Wiseman, che è uno psicologo noto perché da anni si occupa espressamente di questi meccanismi.
Siccome un esempio vale più di mille parole, vi racconto il suo esperimento più famoso: mise un annuncio sul giornale per trovare volontari che si ritenessero particolarmente fortunati o particolarmente sfortunati. Dopo che li ebbe radunati, diede a ciascuno di loro una copia di una rivista, chiedendo di contare quante immagini contenesse. Ebbene, la maggior parte degli sfortunati contò le immagini, mentre la maggior parte dei fortunati si accorse subito che a pagina 2 c'era scritto, a caratteri cubitali, il numero esatto da riferire. Inoltre, alcuni di loro videro anche l'annuncio, posto più avanti che diceva che chiunque avesse riferito di averlo letto avrebbe ricevuto una ricompensa.
La conclusione di Wiseman, basata anche su molti altri studi, è che le persone fortunate sono quelle più pronte a cogliere le occasioni che si presentano. È vero che a volte essere nel posto giusto al momento giusto è un caso, ma non è poi così improbabile: nel corso di una vita ci sono tantissimi posti giusti e momenti giusti! Chi riesce ad approfittarne si riterrà  fortunato, mentre chi non si accorge dell'opportunità non potrà fare altro che continuare a lamentarsi che gli vanno tutte storte (e, soprattutto, dare la colpa alla sorte invece che a sé stesso). Un gioco che rende bene l'idea di questo meccanismo è Kingsburg di Andrea Chiarvesio e Luca Iennaco, perché è vero che si basa sul lancio di dadi, ma vince chi è più bravo a sfruttarne i risultati.
Wiseman ha poi verificato sperimentalmente l'inefficacia di rituali scaramantici e talismani vari, anche se purtroppo nessuno studio riuscirà mai a convincere certe persone ad abbandonare queste dannose abitudini (sono sinceramente convinto che scaramanzia e superstizione sono un fardello che appesantisce l'Italia, ma non divaghiamo). Soprattutto, bisognerebbe abbandonare l'idea che esistano persone che portano male, perché è davvero una cosa che umilia e procura danno a chi subisce tale ignobile e stupida accusa.

La fortuna si può costruire con il giusto atteggiamento, come abbiamo visto. Pensare di essere sfortunati toglie fiducia in sé stessi e spegne gli entusiasmi, con il risultato di diventarlo davvero. Così come l'atteggiamento positivo aiuta a cogliere le occasioni propizie, quello negativo paradossalmente aiuta a trovare quelle negative: uscire di casa pensando che oggi andrà tutto male perché è venerdì 17, vi farà tenere un atteggiamento ipercritico e pessimista, facendovi provare rabbia e fastidio per avvenimenti che normalmente vi provocherebbero poco o nulla. È un classico caso di profezia che si autoavvera (il cui esempio più famoso è  la frase: "ti voglio molto bene, ma sono certa che non potrò mai innamorarmi di te", ma questa è un'altra storia).

In ognuno dei 15 turni di Kingsburg, i giocatori lanciano tre dadi e, in base ai risultati ottenuti, possono posizionarli sui consiglieri presenti sul tabellone. I consiglieri sono numerati da 1 a 18 e il giocatore deve decidere come raggruppare i dadi per posizionarli su quelli che gli interessano. Ogni consigliere permette di guadagnare risorse (per costruire edifici che  fanno guadagnare punti e fanno progredire il giocatore con effetti sempre più potenti), oppure soldati che permettono di respingere gli attacchi del nemico, che si scateneranno per cinque volte in momenti prestabiliti della partita. 

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