martedì 29 ottobre 2013

Eh sì, questa mi pare... idolia!


Riconoscete anche voi il volto apparso nella famosa tortilla qui sopra?  Anche a voi ricorda qualcuno di molto, molto famoso? Allora c'è qualcosa che dovreste sapere!

Misteri! Paranormale! Alieni! Complotti!
Se anche voi siete affascinati da tali argomenti e volete sapere quali di questi abbiano in realtà una spiegazione perfettamente scientifica e razionale (spoiler: praticamente tutti), allora siete nel posto giusto!


Avete riconosciuto il volto qui sopra? Pare proprio che appaia anche in questa foto, vero??


E invece no! In realtà si tratta semplicemente di un bambino in braccio a suo padre, con un cespuglio sullo sfondo. L'immagine colorata rende meglio l'idea.

Diamo un'occhiata a un'altra foto, che destò clamore e accese forti speranze che ci fosse (o ci fosse stata) vita aliena nel sistema solare.  È quella della faccia su Marte, scattata nel 1976 dalla sonda Viking 1. Sicuramente è molto affascinante, ma, come potete vedere osservando la ricostruzione di quella regione del pianeta (ripresa con telecamere ad alta definizione da diverse angolazioni dalla sonda Mars Reconaissance Orbiter nel 2005), si tratta solo di una formazione collinare. In particolare l'occhio visibile non è altro se non una zona in ombra e la narice, addirittura, uno dei tanti punti neri dovuti alla mancanza di dati nell'immagine originale.


Peraltro, il concetto stesso di "marziani" arrivava dalle osservazioni di Giovanni Schiapparelli, che vide al telescopio dei canali artificiali sulla superficie del pianeta rosso. E indovinate un po'? Nonostante non esistessero, li videro anche molti altri astronomi, dopo di lui. Il motivo c'è, si chiama pareidolia, e capirete di cosa si tratta proseguendo nella lettura.
Proseguiamo con un'altra immagine celeberrima: il demone nel fumo delle Twin Towers. Qui non servono altri link, perché si vede già quello che è: fumo!


Ma perché ci ostiniamo a vedere tutte queste facce dove in realtà ci sono solo ammassi casuali di altre cose? Il fenomeno è ben noto: si chiama pareidolia e da millenni ci permette di scorgere forme e animali nelle nuvole, o anche un bizzarro volto nell'immagine qui sotto.


Lo vedete anche voi, vero?  Sicuramente sì. Non è possibile che non lo vediate. Non riuscireste a non vederlo neanche volendo. È il modo che ha il cervello per categorizzare quello che percepiamo o, se vogliamo, per mettere ordine in mezzo a  tutti gli stimoli che ci arrivano. Se ne parla abbastanza approfonditamente qui (oppure, in inglese, qui) e personalmente trovo che sia un argomento affascinante perché permette di spiegare alcune apparizioni più concrete rispetto a quelle di cui abbiamo parlato la volta scorsa.
Per esempio, una che mi tocca molto da vicino per ragioni geografiche è quella di Padre Pio a Orta (NO), che è apparso miracolosamente, ma, come avverte il tizio che ti ferma per strada per parlartene, si vede bene solo in certi momenti del giorno, con la luce giusta. Da un miracolo, francamente mi aspetterei qualcosa di più, ma forse Padre Pio deve timbrare il cartellino e operare prodigi solo in orari ben stabiliti.



Similmente a questo, ci sono numerose altre apparizioni a tema religioso spiegabili con questo fenomeno e, purtroppo, molte di esse vengono biecamente sfruttate  per fini commerciali (a volte, sono addirittura dei veri e propri falsi).

Ma non è finita: oltre a quella visiva, esiste anche la pareidolia acustica, che consiste nel tentativo del cervello di dare significato a suoni disarticolati, oppure al silenzio, e che permette di spiegare altri generi di mysteri, come per esempio certe voci spiritiche registrate in luoghi infestati, messaggi alieni, o, banalmente, il fatto che ascoltando al contrario la produzione musicale di un qualsiasi artista, potete trovarci di tutto: dall'inno a Satana alla ricetta della carbonara (ovviamente, poi alcuni gruppi ci hanno marciato sopra e hanno inserito davvero i messaggi, ma questo è un altro discorso). Anche qui, nulla di davvero inquietante, ma solo la nostra umana esigenza di dare un senso a ciò che non ne ha.

Detto questo, vi lascio al gioco di questa puntata, che è Dixit di Jean-Louis Roubira, nelle cui carte potete vedere un po' di tutto, anche se sconsiglio di usarle per il Test di Rorschach.

PS: avete riconosciuto il volto nella tortilla, vero? Io sì!

In Dixit, il giocatore di turno sceglie una carta e la pone coperta sul tavolo, poi dice un'enigmatica frase che possa aiutare a capire quale sia. Gli avversari a questo punto giocano una carta a testa. Le carte vengono mischiate e tutti devono capire quale sia quella scelta dal giocatore di turno.

Nessun commento:

Posta un commento